L’eremo della Giubiliana (sec XIII e sec. XVI) è ubicato a sud di Ragusa dove l’altipiano si copre di carrubbi e degrada dolcemente verso il mare; di fronte le isole di Malta e la costa Africana, un orizzonte carico di fascino e di memoria.
La tenuta faceva parte dell’antico feudo ecclesiastico di Renna sec. XII ex casale arabo (Rendet Gebuni) di cui costituiva una sorta di romitorio e di baglio fortificato in posizione dominante sul mare a difesa dalle frequenti scorrerie dei pirati Barbareschi.
I recenti restauri della torre nord trecentesca hanno evidenziato lo stemma in pietra dell’ordine teutonico che farebbe pensare a una commenda dell’ordine in questa parte orientale della Sicilia e che unitamente al biviere di Lentini e al feudo di Margana testimonia la grande diffusione di quest’ordine in Sicilia nel ‘300 al seguito di Federico II Hoenstaufen che si servì dell’ordine come sua guardia personale e il cui Gran Maestro Hermann Von Salza fu il più importante consigliere di Federico.
I cavalieri dell’Ordine di San Giovanni in trasferimento nella vicina isola di Malta donatagli da Carlo V utilizzarono le strutture fortificate dell’Eremo nella prima metà del ‘500 e il loro passaggio è stato documentato durante i lavori di restauro.
Nel ‘700 L’Eremo fu acquisito dai Nifosì una famiglia dell’aristocrazia terriera dell’Altipiano che l’ha utilizzato come baglio fortificato fino a quando l’ultima erede Vincenza Jolanda Nifosì di Canalazzi ha deciso di avviarne il restauro e di aprire la Tenuta all’ospitalità.
L’eremo della Giubiliana è probabilmente l’unico Hotel in Sicilia con un sito archeologico al suo interno; nella parte Nord del parco, insiste una Necropoli del V – III secolo a.C.
Infatti, l’antica e persistente antropizzazione del sito si fa risalire alla tarda età del bronzo con tombe a grotticella nel versante Nord di cava Renna.
La presenza diffusa di insediamenti agricoli nell’Altipiano Ibleo è poi documentata sin dal V secolo a.C. ad opera di piccole comunità greco e greco-sicule (siceliote).
La Necropoli testimonia la presenza di una fattoria che in età romana e bizantina fu poi progressivamente fortificata a seguito dell’imminente minaccia araba (conquiste arabe della Sicilia 844-845). Costruita in tecnica Megalitica con pesanti blocchi di calcare, la fattoria è stata successivamente inglobata nella struttura medievale dall’Eremo fortificato e tracce dell’Antica Struttura permangono in un cantonale della torre e in un “ripostiglio” (per nascondere il grano) di età tardo-imperiale (II secolo d.C) scoperto durante i restauri sotto un arco della Corte Grande.
La necropoli, che ricalca tipologicamente quella di altri siti documentati, presenta sette tombe “a cassa” scavate nella roccia e coperte originariamente da lastroni di pietra. Le tombe erano protette da canalette per impedire il dilavamento delle acque piovane e sono visibili ancora oggi.
Le tombe, eccezionalmente ben conservate, sono state oggetto di scavo nel 1982 da parte della Soprintendenza di Ragusa, con il rinvenimento di numerosi arredi, in forma materiale ceramico databile fra il IV sec A.C. ed il II D.C. e di monili di bronzo e paste vitree provenienti dalla tomba 1, sicuramente il corredo funerario di una donna.
Il materiale rinvenuto sarà presto esposto nell’adiacente “Antiquarium”.
Quando mio figlio mi chiese di aprire l’Eremo all’ospitalità, per convincermi disse che da sempre la nostra famiglia vi aveva accolto i propri ospiti.
Io obiettai che tutti quelli che erano stati ammessi nella privacy dell’Eremo, erano anche nostri amici.
La risposta fu che una volta all’Eremo i nostri ospiti sarebbero diventati i nostri amici.
Adesso che l’Eremo ha avuto questo successo inaspettato, devo riconoscere che aveva ragione…
EREMO DELLA GIUBILIANA
28 OTTOBRE 1997